Chiesa di San Giorgio

Chiesa di San Giorgio

Salvatore Rizzeri

LA CHIESA DI SAN GIORGIO

 

Risalente probabilmente al XIV° secolo, è la Chiesa dell'omonimo Monastero di suore Benedettine, sicuramente il più importante dei tre esistenti nella città. La tradizione, riportata negli antichi manoscritti , fa risalire a San Placido la fondazione di questo Monastero. Chiesa e Convento erano originariamente intitolati a Santa Maria Maddalena, ma con la venuta del Gran Conte Ruggero in Randazzo, in seguito ad un fatto strepitoso, cambiò il nome in quello di San Giorgio. Infatti quando nell'anno 1077 il Normanno Conte Ruggero, col suo esercito, si accinse ad attaccare l'ultima roccaforte Araba di Taormina, passò da Randazzo trovando alloggio in questo convento. Nel Medioevo, infatti, tutti i monasteri avevano una speciale sezione chiamata " foresteria " dove i viandanti potevano facilmente trovare ospitalità godendo per tre giorni di vitto ed alloggio gratuiti. L'accoglienza delle monache Benedettine verso il Gran Conte fu così cordiale tanto che questi, prima di partire per la sua impresa di Taormina, lasciò loro in custodia tutte le reliquie che per devozione portava con sè, fra le quali vi era un quadretto di San Giorgio sottto la cui speciale protezione il Normanno si era posto. Al grido di " Viva san Giorgio ", infatti, gli uomini venuti dal Nord conquistarono la roccaforte di Taormina e ritornarono per la stessa strada a Randazzo. Il Gran Conte Ruggero, prima di avviarsi verso Troina, volle quindi riprendere le Reliquie ed il quadretto del suo Protettore: ma con grande meraviglia nessuno riuscì a toglierlo dal chiodo cui era stato appeso. Commosso da questo fatto miracoloso il Gran Conte donò il quadretto e parecchie reliquie del Santo alle Suore Benedettine che, dal quel giorno, dedicarono il loro Monastero a San Giorgio. Così si chiama, infatti, ancora oggi il luogo dove esso sorgeva.[1] Il  quadretto andò distrutto assiema ad  un'altro regalo del Re Federico II° d'Aragona nel terremoto del 20 Febbraio 1818. Il Monastero e la Chiesa furono onorati della protezione di Re e Regine che li insignirono di grandi benefici e privilegi, tantoche quello di S. Giorgio venne considerato il più importante dei tre Monasteri di Benedettine della città ( S. Caterina e S. Bartolomeo ). I Diplomi di cui si ha notizia non sono pochi; citiamo i più importanti:

  1. a) Privilegio di Re Federico II° d'Aragona ( 1300 ) che concede sei salme di frumento al Monastero.

  2. b) Diploma di Costanza moglie di Federico II° del 1360.

  3. c) Diploma della Regina Elisabetta ( 1395 ) che ordina all'Università di Randazzo di pagare alcune rendite annuali al monastero 

A seguito del terremoto del 20 Febbraio 1818 la Chiesa, così come pure il convento, rimasero danneggiati, e si deve alla gratitudine e munificienza di Jacopo Basicò, nobile randazzese senza eredi, se essa fu rifatta, restaurata ed abbellita di quadri e suppellettili di pregio.

Tra i quadri si ricordano.

1) Il Transito di San Benedetto:

    Donato da Federico IiI d'Aragona, successivamente  restarato e rifatto dai pittori De Thomasio e Calameris nell'anno  1653.

2) Quadro di San Giorgio: Datato 1624.

3) Quadro di San Paolo: Sempre del 1624.

La Chiesa era poi arricchita di suppellettili, reliquiari ed oggetti sacri in argento. Le Leggi eversive del 1866 soppressero anche questo Monastero con l'annessa Chiesa il cui patrimonio artistico andò sperduto irreparabilmente e di cui non è stato possibile trovare traccia.[2] Incamerati Chiesa e Convento dal demanio, furono venduti a privati che li convertirono in distilleria prima ( famiglie Vagliasindi e Castorina ) e in anni più recenti in oleificio. Dell'uso profano che se ne è fatto rimane traccia nella lunga ciminiera che si affianca alla Chiesa, mentre nel cortile interno al Monastero sono ancora visibili, ed in buono stato di conservazione, le due enormi vasche sotterranee profonde oltre dieci metri, affiancate l'un l'altra, e rivestite con bellissime mattonelle di ceramica di Caltagirone di colore bianco-azzurro che servivano per la raccolta e la decantazione delle vinacce poi utilizzate per la produzione dell'alcool. In una di esse è ancora ben visibile la seguente iscrizione:

 

                                         " VAGLIASINDI  -  1898 "

 

Il complesso è situato all'estremità di levante del vecchio centro storico, sull'omonima collina delimitata dalle mura di cinta. Tale sito, a detta degli storici locali, fu anche sede dell'antico quartiere Ebraico della città fino all'anno 1492 quando in seguito al Decreto di Re Ferdinando gli Ebrei vennero espulsi dalla Sicilia e quindi anche la colonia ebraica di Randazzo dovette abbandonare la città.  La comunità Israelitica aveva avuto vita fiorente e la sua soppressione non fu certamente ultima causa del progressivo decadimento economico della cittadina.

Il Plumari, a tal proposito, riporta nel suo manoscritto quanto scoperto dallo storico nobile Randazzese Francesco Colonna: si tratta di una pietra con iscrizione a caratteri ebraici, che probabilmente apparteneva alla costruzione della loro antica Sinagoga.[3] 

." ......... Alla riviera di questo fiume sotto le mura di Randazzo, si vede un frammento di pietra di quella di Mongibello negra, che chiaro scorgersi essere stata distaccata da

qualche edificio che innalzavasi nella Città da quella parte ..............................................                                                

.....................Questa pietra fu da me veduta in congiuntura, che andavo curiosando addi 8 Settembre dell'anno 1723., assieme con alcuni cavalieri Randazzesi. Guarda le mura della città, che corrispondono al settentrione." [4]

" .... Tanto di essa lapide ne scrisse il più volte nominato Signor Colonna, sebbene doveva aggiungere, che la medesima sta sottoposta alle mura colle quali confina il giardino clausurato di esso Monastero di S. Giorgio, ove sin'oggi  esiste, correndo l'anno 1847. " [5]

La Chiesa, ormai sconsacrata, è in stato di completo abbandono, adibita a deposito, è ad unica navata dotata di un campanile tozzo nella forma. Sui muri perimetrali della stessa notiamo inoltre un paio di monofore trecentesche successivamente murate. Nel piano di recupero e valorizzazione dei beni culturali della cittadina l'Amministrazione comunale di Randazzo, con atto consiliare n. 59 del 27 Aprile 1987, ne ha deliberato l'acquisto, onde salvaguardare ulteriormente il nostro patrimonio storico-artistico e ridare alla Chiesa ed al Monastero di San Giorgio quella dignità che di certo gli compete venendo adibito a centro culturale polivalente. Purtroppo i vari progetti fin quì presentati dal comune alla Regione Siciliana non hanno avuto il relativo benestare e pertanto il complesso monastico continua nel suo lento ed inesorabile degrado. L'ultimo danno in ordine di tempo, è quello subito a seguito dell'alluvione dell'Aprile 1996, quando le forti piogge causarono il crollo del tetto della Chiesa che a distanza di cinque anni non è stato ancora ripristinato.

 

[1]  Giuseppe Portale - Il Monastero di San Giorgio -  Op. Cit. R.N.  n. 21,  copertina.

[2]  S. C. Virzì - Randazzo e le sue Opere d'Arte -  Op. Cit.  pag. 33.

[3]  G. Plumari - Storia di Randazzo - Appendici, Ms.  pag. 631,  biblioteca com.unale  di Palermo.

[4]  Francesco Colonna - Idea dell'Antichtà della Città di Randazzo - Op. cit.  Ms.

      presso biblioteca comunale di Catania,  pag. 73. Anno 1724.

[5]  G. Plumari - Appendici alla Storia di Randazzo -  Ms.  presso biblioteca Comunale 

      di Palermo,  pag. 631.