La presenza Ebraica in Sicilia

Il Periodo Bizantino e la Conquista Araba

Il periodo Bizantino (550 d.C.) e la conquista Araba (827 – 965)

 

Poiché gli oggetti rinvenuti vanno cronologicamente dal periodo Siculo alla dominazione Bizantina, si deduce che l’insediamento umano in quei luoghi ebbe carattere di continuità dai tempi preistorici fino al periodo precedente la dominazione Araba in Sicilia. Con la dominazione Bizantina, di cui  esistono ancora i vistosi ruderi di tre vecchie chiese “ Le Cube “, finì la vita di questa città sicula, colonizzata dai Greci, conquistata dai Romani e distrutta sicuramente dagli Arabi. Questi nell’827 sbarcano a Mazara con un possente esercito, procedendo sistematicamente all’occupazione della Sicilia. Nell’anno 829 d. C. la città (Triocala) viene infatti assediata e conquistata dai Saraceni capitanati dall’Emiro al-Qāmūq - Adelcamo - in arabo: القاموق

I documenti d’archivio rimastici attestano anche che essa divenne sede di presidio militare e residenza dell’Emiro. L’Antico “TEATRO” venne riconvertito in accampamento dei soldati.

Esso sorgeva sul colle dove attualmente si trovano le rovine dell’antico Monastero dei Frati Minori Osservanti, (Colle di San Pietro). Fino al secolo scorso, infatti, tale luogo prendeva il nome di “Piazza Teatro Greco”.

“ . . . questo Convento di S. Maria di Gesù di Triocla, vulgo Randazzo, ventunesimo di Sicilia, è stato fabbricato, a spese pubbliche dai cittadini nel 1420 “.[1] 

Da rilevare anche che, quando il Conzaga accenna nel suo testo che il Convento è stato eretto a spese del pubblico, aggiunge ancora che i Giurati della Città donarono come locale dell’erigendo Convento, alcune fabbriche antiche spettanti a questa Università sita “prope Trioclam eorum Civitatem vulgo Randazzo“ , le quali erano “avanzi “ dell’Antico Teatro di Triocla, distrutto dai Saraceni e da loro riconvertito in quartiere per soldati. In epoca successiva tale immobile passò al demanio del Comune di Randazzo, che lo utilizzò come deposito.[2] Era questo certamente un luogo considerevole se, come si è detto, degno di Presidio arabo e residenza di Emiro e che, secondo il Codice Arabo[3], nell’anno 891 aveva una popolazione di ventitremila anime.

Circa l’identificazione della città di Triocla il Fazello afferma doversi trattare dell’attuale Caltabellotta, mentre il Ferrario, il Ruscelli, Mons. Conzaga ed altri autorevoli storici e geografi, la pongono, più precisamente, nell’attuale sito di Randazzo. Tra l’832 e l’836 diverse incursioni arabe interessarono i centri Etnei e a tal proposito ci viene in aiuto Michele Amari nella sua “ Storia dei Musulmani di Sicilia

“… Khafāja ibn Sufyān, Emiro di Sicilia dall’anno 862 all’871 (869) d.C., dopo l’ennesimo tentativo di espugnare Taormina, di Rebì primo dell’anno 255 dell’Egira ( dal 18 febbraio al 19 marzo 869 ), movea sopra Tiracia, com’io leggerei in Ibn-el-Athir, e risponderebbe a quella che poco appresso fu chiamata Randazzo. Non si sa ch’ei la espugnasse “.

Senza dubbio, dal momento che gli oggetti rinvenuti nelle tombe di Santa Anastasia vanno inquadrati fino alla dominazione del Romano Impero d’Oriente, i Musulmani dovettero distruggere la città limitrofa alla necropoli.

Queste le tappe più importanti della conquista araba della Sicilia: 831 Palermo, 859 Enna, 878 Siracusa (dopo nove mesi di assedio), 902 Taormina, 965 Rometta.

 


[1]   M. Gonzaga:  De Origine Seraphicae Religionis.  Roma 1587.
[2]  S.  Rizzeri: Randazzo e la sua storia - Il Convento dei Frati Minori Osservanti. R. N. n. 30. Agosto 1989.
[3]  Codice Arabo, Tomo II° Fogl. 285.