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La Battaglia di Randazzo

LA BATTAGLIA DI RANDAZZO

e i bombardamenti del Luglio-Agosto 1943

di

SALVATORE RIZZERI

 

L'Ex Ospedale Militare Americano di Randazzo - Oggi Villa Vagliasindi in contrada "Feudo"

Questa storia ebbe inizio tanti anni or sono, era il mese di Luglio del 1943, l'alba del dieci  vide il più potente convoglio che mai fino allora avesse solcato il Mediterraneo, sbarcare i propri mezzi sulle spiagge di Gela, Licata e Capo Pachino. Si trattava della Settima Armata alleata agli ordini del Generale Eisenhower che in seguito sarebbe divenuto Presidente degli Stati Uniti. Direttamente sottoposte a lui le rispettive armate: l' Ottava Armata inglese comandata dal Gen. Montgomery e la Quinta Armata americana  comandata dal Gen. George Patton. Agli inglesi fu affidato il compito di avanzare in direzione di Siracusa Catania e giungere a Messina, le forze americane dovevano invece avanzare attraverso il centro dell'isola, conquistare Palermo e infine raggiungere Messina. La conquista della Sicilia non fu cosi facile come descritta nei libri di scuola e si concluse con la occupazione di Messina il giorno 17 agosto da parte delle truppe del generale Patton. Una volta sbarcate le forze americane avanzarono sulla direttrice Mazzarino - Troina - Randazzo,  dove ebbe luogo una delle battaglie più cruente della campagna di Sicilia; le truppe tedesche, ben decise a consentire il graduale abbandono dell'isola al grosso del loro esercito, si erano attestate in posizione vantaggiosa sulle alture intorno alla città e con l'ausilio dei loro pezzi da 88 e della contraerea, cominciarono a far strage degli avamposti alleati. Possiamo dire che qui ha inizio la nostra storia. Per superare il difficile stato di impasse fu deciso l'intervento delle fortezze volanti, del 39° reggimento,  nonché della nona divisione.

 

Si combatte nelle campagne di Randazzo

Lungamente per cinque - sei giorni furono mandate all'assalto truppe marocchine e canadesi che non riuscirono nell'intento di aprirsi un varco verso Randazzo, mentre la città veniva centrata da migliaia di bombe sganciate nel corso delle 84 incursioni di cui venne fatta oggetto. Il 13 luglio iniziò il bombardamento di Randazzo condotto dalla 9^ AF (Air Force) americana, con gli aerei B-25 e P-40 e dalla NATAF (North West Tactic Air Force), con i bombardieri Wellinghton. I bombardamenti seguirono nei giorni 18-19-20. Il 21 gli attacchi impegnarono venti aerei B-25. Ma l’attacco più forte fu sferrato il 1° Agosto allorché furono impiegati più di duecentotrenta bombardieri P-40. Gli attacchi si ripeterono il 7 agosto con più di sessanta bombardieri B-25, l’8 con oltre novanta B-25 e il 10.  L’11 agosto fu l’ultimo giorno di bombardamenti a cui fu soggetta Randazzo. Oltre 90 B-25 bombardarono ponti, strade, ferrovie e l’area cittadina. Circa centosettanta P-40 bombardarono direttamente Randazzo. I contadini mentre mietevano in montagna vedevano passare sopra la loro testa, a bassa quota, i bombardieri che si dirigevano verso Randazzo lasciando cadere centinaio di bombe. Gli alleati si accanirono particolarmente contro Randazzo in quanto la sua conquista, per l’importante posizione strategica che essa rappresentava, avrebbe aperto la strada alle truppe Anglo-Americane per una rapida conquista di Messina e quindi di tutta l’Isola. Consapevole di ciò il comando Italo-tedesco aveva piazzato nelle sue campagne una potente difesa contraerea che abbatté diversi bombardieri alleati, causa questa che scatenò ancor di più la reazione alleata contro la città.

                                            

                                                 Si bombarda Randazzo

Alla gente venne dato l’ordine di sfollare e non si trovò di meglio che rifugiarsi nei casolari di campagna, all’interno delle cantine e nei palmenti dei vigneti sparsi lungo le pendici dell’Etna (Località “Cisternazza“), negli anfratti e nelle numerosissime grotte che si aprono all’interno del ciglione lavico in fondo al quale scorre il fiume Alcantara, ad est della città,  in località  “Allegracore“ e “Città vecchia“. Al suono della sirena, che preannunciava l’imminente arrivo delle fortezze volanti, la gente si nascondeva dove poteva. In particolare per evitare di essere colpiti dalle numerosissime schegge vaganti causate dalle esplosioni, ci si rifugiava all’interno dei tini dei palmenti, molto più sicuri di altri luoghi. Ci si nutriva con quanto si era riuscito a portare da casa e con quel poco che la natura e i pochi animali ti offrivano,  (Latte di capra e di pecora, bacche, qualche raro frutto di bosco).

 

Randazzo in Macerie

Parecchi civili trovarono la morte sotto i bombardamenti, in quanto presuntuosamente vollero rimanere nella città, rifugiandosi nelle chiese che pensavano non sarebbero state colpite. Le cattedrali di San Nicola e San Martino, così come tante altre piccole chiesette della città, invece non vennero risparmiate e subirono la stessa sorte delle abitazioni private. La perdita del patrimonio artistico e monumentale fu enorme, ben il 75% del patrimonio immobiliare venne abbattuto e con esso tutti i tesori d’arte che vi erano contenuti.


 

Randazzo - Corso Umberto I° 

La forte resistenza Italo-tedesca costrinse il generale Omar Bradley a creare un diversivo aggirando le forze dell'asse con un percorso attraverso le montagne verso Cesarò e monte Pelato, in una marcia piena di difficoltà per la natura impervia dei luoghi. Il due di Agosto il Gen. Bradley ed il Gen. Eddy presentarono, il loro piano ai "GO-Devils" del Colonnello De Rhoan comandati dal Maggiore Charles Fort (s3), ed essi segretamente iniziarono la loro azione nel cuore dei Nebrodi la notte del 5 agosto. 

 
Geniere Vincenzo Rizzeri - 1942

Intanto il 60° Reggimento di fanteria continuava  la indimenticabile "100 hour silent march", attraverso le montagne, e nonostante le perdite subite da parte dei "nebelwerfer" tedeschi, il Colonnello De Rhoan proseguì nella sua avanzata riuscendo a catturare la cima “Camolato“ del Monte Soro e il noto laghetto detto Biviere di Cesarò. Questa posizione raggiunta gli consentì quindi di occupare Cesarò alle 6,55 della mattina del giorno otto; dopo la cattura di Cesarò gli uomini del 60° iniziarono a percorrere la strada che unisce questo paese a Randazzo, contemporaneamente anche truppe inglesi della 78^ divisione, provenienti da Catania erano in marcia verso Randazzo. In conseguenza di ciò il 13 di Agosto i guastatori tedeschi dopo aver abbondantemente minato la strada, indietreggiarono e oltrepassata una Randazzo semidistrutta dai bombardamenti aerei si diressero verso Polverello - San Piero Patti. Quello stesso giorno la città venne occupara dal 39° Reggimento della nona Divisione statunitense. Questa strada divenne tristemente famosa col nome "The death road". Le mine tedesche erano poste alla distanza una dall'altra di circa 20 yard e coordinate per esplodere insieme ad altre mine anti tank da un meccanismo, tutto ciò costrinse le truppe americane ad abbandonare la strada principale per lunghi tratti ed ad aprirne di nuovi.

 

13 Agosto 1943 Gli alleati conquistano Randazzo - Corso Umberto e Chiesa di San Martino  

Sulla strada per Randazzo avanzavano vicini i "Raiders"e i "Falcons" del Colonnello "Paddy" Flint, la notte del 13 agosto bivaccarono presso il punto in codice "hill 1364 (cadillac)" probabilmente il ponte distrutto di Randazzo, mentre i guastatori tedeschi, truppe ben addestrate e motivate, rapidamente cercavano di raggiungere la statale 113 a nord, per poi lasciare l'isola. La notte del dodici la compagnia C del 15° genieri costruì una strada attraverso il bosco di Manglaviti di Floresta, (praticamente un territorio inattraversabile), strada che venne completata entro giorno 13 e ciò consentì il transito dei grossi camion da 2,5 tonnellate. Occupata Floresta rapidamente il 60th fanteria occupò il "nostro" bivio di Polverello da loro indicato "Cape D'orlando - Randazzo road" e qui un’ altra volta gli uomini del 15° genieri costruirono una strada di 12 miglia che attraversò il territorio e che consentì giorno 14 agosto agli esploratori del Reconnaisance platoon, assieme al 60th fanteria di ricongiungersi alla Nona Divisione, (Hitler nemesis), con la terza divisione (Rock of the Marne). Per gli uomini della nona divisione la campagna di Sicilia era finita. Il venti Agosto Eisenhower annunciò la fine dei combattimenti in Sicilia.

 

   Randazzo - Convogli e truppe americane in Via Marotta

I danni e le distruzioni  apportate da un numero ingiustificato e sconsiderato di incursioni aeree da parte degli alleati, ridussero Randazzo in uno stato miserando da cui non si è più ripresa. Infatti a quasi 75 anni dai drammatici avvenimenti, in città sono ancora numerose e visibili le tracce apportate da tale assurdo accanimento bellico. Le Amministrazioni comunali insediatesi nell’immediato dopoguerra, uno strano connubio tra la vecchia classe nobiliare che aveva ancora una volta cambiato casacca per continuare a mantenere i secolari privilegi e la classe popolare emergente, per la cecità, la poca lungimiranza e l’incompetenza politica che li caratterizzò, non seppero o non vollero sfruttare le grandi risorse finanziarie e le opportunità (Piano Marshall), messe a disposizione dal nuovo Stato Repubblicano per la completa ricostruzione della città.

 17 Agosto 1943 - Colle dei Cappuccini e il distrutto quartiere di San Martino

E'questo un breve sunto di una pagina di storia che riguarda molto da vicino la città di Randazzo, alla luce degli avvenimenti succedutisi e della loro importanza potremmo dire che

 "la storia ci ha solo sfiorati"

 

 Onorificenze

Medaglia d'argento al merito civile

Conferita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi

« Comune, occupato per la posizione strategicamente favorevole dall'esercito tedesco, fu sottoposto per trentuno giorni, tanto da essere definito "la Cassino di Sicilia", a violentissimi bombardamenti che provocarono numerose vittime civili e la distruzione dell'intero abitato. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio.»

 Randazzo, 13 luglio - 13 agosto 1943