La Conquista Normanna

La Conquista Normanna

La conquista Normanna della Sicilia

(1061 – 1091)

 

La Sicilia di quegli anni era ripartita in tre emirati musulmani, (Val di Noto, di Mazara e Val Demone) sovente in lotta tra di loro causavano una condizione di diffusa anarchia. Ibn-Thimnah, Emiro di Catania, a causa di un torto che riteneva di aver ricevuto dal cognato Ibn-Hauasci, Emiro di Castrogiovanni (odierna Enna) e Girgenti, lo aggredisce con un esercito, ma, sconfitto, fu inseguito fin sotto le mura di Catania, perdendo gran parte dei suoi domini. Eroso dal desiderio di vendetta e, non potendo fare affidamento sui soli suoi mezzi, non si fece scrupolo dal richiedere soccorso agli avversari, fino ad allora solo dal punto di vista della fede religiosa, dando avvio ad operazioni che avrebbero provocato la fine della dominazione araba in Sicilia.

Ruggero (1031-1101), fratello minore del Guiscardo, da qualche anno giunto nel meridione ed   ottenuto il castello di Mileto che sceglierà a sua residenza, viene li raggiunto da Ibn-Thimnah   per contrattare il suo appoggio nella controversia con Ibn-Hauasci. In un successivo incontro a Reggio, presente anche il Guiscardo, i fratelli, per la scarsa disponibilità di forze di cui potevano disporre, apparvero incerti e, quale motivo di convinzione, furono informati delle discordie che logoravano la Sicilia e della possibilità che una loro azione contro gli arabi potesse trovare consensi sia tra il popolo cristiano che tra i dissidenti musulmani, legati ad Ibn-Thimnah. L’emiro per vincere la diffidenza dei normanni lasciò loro in ostaggio un proprio figlio. Del resto si offriva ai normanni la possibilità, soddisfacendo agli accordi di Melfi, di cristianizzare l’Isola e, allo stesso tempo, impedire che essa continuasse ad essere base di partenza per scorrerie saracene. In primo tentativo di invasione, operato da un esiguo gruppo composto da poche centinaia di normanni, guidati dall’emiro e confidando sulla loro audacia, nel primi mesi del 1061, viene respinto dai musulmani affluiti da Palermo, mentre l’emiro riesce a mettersi in salvo a Catania. Un secondo tentativo, più corposo e meglio organizzato strategicamente, sorretto da eventi occasionali e sfruttati dai normanni con l’abituale astuzia e facilitato dalla rivolta degli abitanti contro i musulmani, portò alla conquista di Messina e da qui, di altre località fino alla valle del Simeto, mentre Rametta si era consegnata a Ibn Thimnah, proveniente da Catania. Da questa prima acquisizione prende avvio una difficile conquista della Sicilia che si completerà dopo tre decenni.

Con una manovra diversiva si impadroniscono agevolmente di Catania, prima di porre, da terra e da mare, sotto assedio Palermo che si arrendeva nel 1072. L’evento veniva celebrato con una messa in Duomo, per più di due secoli adibito a moschea. Ci vollero comunque altri venti anni, durante i quali, con il capovolgersi delle situazioni, alcune città passarono più volte di mano prima che, con le conquiste di Castrogiovanni (1074), Trapani (1074), Taormina (1078), Siracusa (1086), Girgenti, Licata e Caltanissetta (1087), ed infine Noto (1091) si concludesse la conquistata della Sicilia. Malta e Pantelleria, strategiche per la navigazione commerciale nel canale di Sicilia, furono conquistate subito dopo.

Ruggero I, Gran Conte di Sicilia, saggio uomo di stato, legato apostolico, per concessione di Papa Urbano II nel 1098 avente potere di nominare tutti i vescovi siciliani, (Apostolica Legazia), scompare nel 1101 nella sua reggia di Mileto, lasciando quale erede il giovane figlio Ruggero II (1093-1154) avuto dalla terza moglie Adelasia del Monferrato che, rimasta reggente fino al 1112, trasferisce la capitale da Mileto a Messina e quindi a Palermo ed affida il governo dei lombardi di Sicilia al fratello Enrico Aleramico che, per la grande saggezza, ebbe il titolo di conte di tutte le genti lombarde in Sicilia.