Randazzo Medievale

Randazzo Medievale

Salvatore Rizzeri

RANDAZZO MEDIEVALE

Non conosciamo le vicende storiche della prima età della città. In verità dalle fortificazioni lungo il corso dell’Alcantara e dalla tradizione orale ancora viva, dobbiamo dedurre che il suo territorio dovette soggiacere a perturbazioni belliche di non lieve entità: invasioni di predoni, passaggio di eserciti Bizantini ed Arabi, eventi bellici come quelli che caratterizzarono l’inizio del Sec. XI quando nelle vicinanze di Randazzo e probabilmente in quel piano che porta ancora il nome di “Sconfitta“ si scatenò la cruenta battaglia tra Giorgio Maniace e l’esercito Arabo  ( 1040 ). La popolazione di origine greca e di stirpe latina scampata alla distruzione della città (Tissa) da parte dell’Emiro Khafāja ibn Sufyān (869 d.C), cercò allora altri siti più sicuri, la località, dove sorgerà Randazzo si presentava naturalmente la più adatta. Essa, infatti, era posta tra il Fiume Alcantara e il Fiume Piccolo, che la circondava nella parte di mezzogiorno, ed era difesa dall’imponente ciglione lavico su cui sorge l’attuale Castello e da una vasta palude coperta, assieme al Fiume Piccolo, dalla colata lavica del 1553. Su queste posizioni, naturalmente fortificate, avrebbero trovato sicurezza le popolazioni di Trinacia -Triracia, o di Tissa (Tassah-Randach) o di altri centri del medio corso dell’Alcantara. Le vicende storiche della Randazzo medievale, di cui si ha certezza e documentazione, iniziano nell’anno 1078. Al vecchio nucleo di popolazione greca e latina si aggiunse, con la venuta dei Normanni, un forte gruppo di Lombardi. Questi si erano trasferiti nella Sicilia al seguito dell’esercito del Gran Conte Ruggero, e quando, dal natio Monferrato, venne a raggiungere il marito la Contessa Adelasia. Protetti da essa, formarono nell’Isola vere colonie che in seguito ebbero tanto peso in parecchi avvenimenti storici della Sicilia e quindi della nostra città.

La colonia che si aggiunse ai precedenti abitanti di Randazzo, conservò costumi, lingua e privilegi propri. I secoli poi amalgamarono queste tre stirpi diverse e ne costituirono la popolazione cittadina: Greci, Latini, Lombardi, ma da principio furono nettamente divisi, abitarono in tre quartieri diversi: S. Martino. S. Nicola. S. Maria, e lo storico Filoteo degli Omodei ci attesta che ancora fino al Sec. XVI gli abitanti di questi quartieri parlavano tre dialetti ben diversi tra di loro.

La politica dei Re Normanni, tutta tesa ad armonizzare in un comune interesse politico le varie genti che popolavano la Sicilia, portò alla collaborazione delle tre stirpi che erano in essa, legate fra loro da un interesse comune: cioè il predominio politico per raggiungere il benessere.

Ho detto collaborazione, non unificazione, perché appunto tutta la storia della città è intessuta di questa instancabile rivalità tra stirpe e stirpe, tra quartiere e quartiere che si concretizzò in quella anomalia storica, consacrata dai secoli, per cui le tre chiese, ognuna centro del quartiere abitato da una delle tre genti, a turno, doveva fungere da matrice. Ogni stirpe conservò le sue caratteristiche, nonostante la rappresentazione scultorea dell’unificazione impersonata nell’ancora esistente statua del Giagante Piracmone o “ Randazzo Vecchio “.

I Lombardi però, elemento giovane, sebbene fossero una razza di importazione, ebbero, fin dall’inizio, il predominio della città. Essi imposero il linguaggio, i costumi, le loro vedute politiche di fedele asservimento alla monarchia normanna e soprattutto quella comunanza di intenti a cui furono improntate tutte le colonie lombarde della Sicilia che in certi momenti tanto peso apportarono negli avvenimenti nazionali.

Secondo l’Arciprete Don Giuseppe Plumari (1770 – 1851), uno dei più insigni storici locali, Randazzo risulterebbe, invece, dalla unificazione di ben cinque centri. Queste città, distrutte nel periodo delle guerre civili di Roma, sarebbero risorte ad opera dell’Imperatore Ottaviano in quella unica città che sarà poi Randazzo, così denominata a seguito della corruzione del nome originario che, secondo il Plumari, sarebbe stato “Tiracium/Triracium“, divenuto prima “ Rinacium “, poi “Ranacium ed infine “Randacium“.

Queste le date, i personaggi e gli avvenimenti più importanti che caratterizzarono il periodo medievale della storia di Randazzo 

1) 1078 – Il GRAN CONTE RUGGERO muovendo col suo esercito dall’interno della Sicilia, alla conquista di Taormina, giunge a Randazzo e viene ospitato dalle Suore Benedettine del Convento di S. Maria Maddalena, da allora intitolato a San Giorgio a cui Ruggero era devoto.

2) 1088 - PAPA URBANO II (il Papa della I^ Crociata) giunge a Randazzo e celebra messa nella chiesa di Santa Maria, in quanto di rito latino, per poi successivamente fermarsi a pregare, lungo il cammino, nella ormai distrutta chiesetta dell’Annunziata del Rovere Bello.

3) Morto il Gran Conte Ruggero gli succede RUGGERO II, incoronato Re a Palermo nel 1125 introduce nell’isola l’industria della seta, che tanto beneficio portò all’economia Randazzese fino al secolo scorso. (Famoso il “ Panno di Randazzo “). 

4) A Ruggero II succede il figlio GUGLIELMO detto IL MALO ( 1154 – 1166 ). Sotto il suo regno compare per la prima volta l’Esercito Randazzese il quale, assieme a quello di altre città, sotto la guida del Gran Cancelliere del Re, STEFANO DI RETROU, Conte di Perche, marcia contro i Baroni ribelli al Re e li sconfigge in una sanguinosa battaglia.

5) Questa lega di paesi di origine Lombarda, fu rinnovata più tardi per sostenere il RE TANCREDI contro l’esercito Svevo. Randazzo, Piazza Armerina, Nicosia e Capizzi fornivano al Re oltre tremila fanti. Purtroppo però le armate Sveve ebbero il sopravvento, e l’Imperatore di Germania ENRICO VI si impossessò del Regno di Sicilia. Il Generale in capo dell’Imperatore, BONIFACIO I, Marchese di Monferrato, piombò su Randazzo che ne subì le vendette assieme agli altri paesi della lega. In una di queste incursioni di soldati Tedeschi, il Capitano Imperiale MARCOVALDO DI ANWEILAR, rimase però sconfitto dall’Esercito Randazzese, proprio in quel piano, oltre il fiume Flascio, che ancora oggi si chiama “Piano della Sconfitta“.

6) Al feroce Imperatore Enrico VI° succede il figlio FEDERICO II di Svevia, il quale prese a benvolere la cittadina, non lasciando occasione per venirvi a soggiornare. Fu qui con la madre COSTANZA nel periodo della guerra con Tancredi; vi ritornò nel 1197, dopo l’investitura del Regno, ed ancora nel 1210, quando con la giovane moglie, fuggì la peste che imperversava a Palermo. Scelta da lui quale caposaldo avanzato di difesa, la città venne successivamente cinta di mura e rafforzata da otto torri di difesa. In una di queste, l’attuale Castello Svevo, fissò la sua dimora.

7) Nel 1250 muore il grande Imperatore, gli succede il figlio MANFREDI, che proprio a Randazzo si fa proclamare Re di Sicilia. Muove successivamente alla conquista di Messina, lasciando a Randazzo, come suo luogotenente, FEDERICO LANZA principe di Antiochia.

8) Con la morte di Re Manfredi avvenuta nel 1266, inizia un periodo triste per il Regno di Sicilia. Hanno il sopravvento gli ANGIOINI di Napoli, provenienti dalla Francia. Governo triste caratterizzato da soprusi e persecuzioni, mal sopportate dai Siciliani che, al grido di “Morte ai Francesi “, il 30 Marzo 1282 insorsero contro lo straniero. Sono i famosi “ VESPRI SICILIANI “, la pagina più luminosa della storia di Sicilia. Anche Randazzo prese parte alla rivolta, famosa la strage operata dai Randazzesi a danno degli Angioini nei pressi del Lago Gurrida.

9) Con l’avvenimento dei Vespri Siciliani Randazzo acquista una grande importanza politico-militare, ed inizia per essa il periodo più glorioso. I Re Aragonesi, che vennero dalla Spagna a difesa dei siciliani contro gli Angioini, fecero di essa il centro delle operazioni militari, la scelsero quale loro dimora e intorno alle sue mura si combatterono parecchie battaglie vittoriose. Re PIETRO III D’ARAGONA sbarcato a Trapani il 30 Agosto 1282, giunge a Randazzo con tutto il suo esercito l’8 Settembre e si accampa in una località ad oriente della città, che da allora viene ancora denominata “CAMPO RE “. Restaura le mura di cinta, ricostruisce le porte di Oriente e di Occidente (S. Giuliano e S. Martino) facendovi apporre i suoi stemmi, ancora esistenti, e da qui dà inizio alle operazioni militari contro gli Angioini.

10) Alla morte di Re Pietro I° succede il figlio GIACOMO, che fu a Randazzo nel 1286 e poi FEDERICO III D’ARAGONA. E’ di questo periodo la conquista di Castiglione di Sicilia, roccaforte dell’Ammiraglio Ruggero di Lauria, acerrimo nemico di Re Federico, da parte dell’Esercito Randazzese. Il 25 Marzo 1296 Re Federico III D’Aragona è a Randazzo, dalla moglie REGINA ELEONORA nel 1312 qui nasce il primogenito GUGLIELMO che assume il titolo di Duca di Randazzo.

11) Il fatto d’armi più importante intorno alle mura di Randazzo in questo periodo riguarda però l’assedio della città, fedelissima al Re, da parte del Duca ROBERTO D’ANGIO’ ( 1299 ). Il fatto d’armi si svolse sotto la “ Porta Pugliese “ sulle balze del Fiume. Durante la notte l’Esercito Randazzese, uscendo silenziosamente attraverso questa porta, contrattaccò gli assedianti; lo scontro avvenne nei pressi della “ FONTE DEL ROCCARO “, ed un personaggio di rango venne ucciso dai soldati Randazzesi. (Eminenti storici sostengono doversi trattare di uno dei figli illegittimi del Re di Francia). L’Esercito Angioino, atterrito, si ritirò precipitosamente e si guardò bene dal più molestare la città.

12) Il Duca Roberto D’Angiò però non si dà per vinto e l’anno successivo (1300), pone per diversi mesi l’assedio alla città di Messina. Il Buon Re Federico ritorna allora a Randazzo, raccoglie qui una gran quantità di armati e di vettovaglie e parte alla volta della città dello stretto per portarvi soccorso, arrivando appena in tempo per sollevare le sorti della battaglia. Quindi prende con se i feriti, gli infermi, i vecchi e sotto la sua stessa guida li conduce, a trovare rifugio e pace, nella città di Randazzo. Fu tanta l’ammirazione in tutta Italia per questa umanità del Buon Re che perfino DANTE nella sua “ Divina Commedia “ fa le lodi del buon FEDERICO D’ARAGONA chiamandolo “ L’Onor di Cicilia. Il Re Federico a pace fatta ( 1303 ) per premiare la fedelissima Randazzo, la dichiarò CITTA’ DEMANIALE, dipendente cioè direttamente dal Re.

13) Morto Federico III d’Aragona, i suoi successori continuarono la tradizionale venuta annuale a Randazzo; qui fu infatti PIETRO II con la REGINA ELISABETTA, a Randazzo rimangono dal 1342 al 1347 i Principi LUDOVICO, erede al trono, e FEDERICO con la madre ELISABETTA. Nel 1398 alloggiarono a Randazzo MARTINO I e la REGINA MARIA, e così tutta la casa regnante di Castiglia: MARTINO II, FERDINANDO I, GIOVANNI I e ALFONSO IL MAGNANIMO, a Randazzo fu la REGINA BIANCA DI NAVARRA il 3 Luglio 1411, che invia lettere ai Baroni di Sicilia perché la raggiungano colà per un Generale Parlamento.