Convento di S. Maria delle Grazie

Convento di S. Maria delle Grazie

CONVENTO DI S. MARIA DELLE GRAZIE

( Minimi di S. Francesco di Paola )

 di

SALVATORE RIZZERI

 

La fondazione di questo Convento dei Paolotti o Minimi, ha come causa determinante uno strepitoso miracolo dello stesso S. Francesco di Paola in Randazzo.

Ecco cosa scrive a questo proposito il Salesiano Don Salvatore Calogero Virzì trattando della Chiesa dedicata al Santo: " Appartenne al vecchio Convento dei Paolotti o Minimi , la cui fondazione fece seguito ad un miracolo che il Santo compì nella nostra città quando vi si trovò nell’anno 1466.

Il Santo era venuto in Sicilia per curare la fondazione di un convento a Milazzo e cercò aiuti e sovvenzioni presso la famiglia Pollicino, Baroni di Tortorici e abitanti in Randazzo. San Francesco venne perciò a Randazzo e ottenne il permesso di poter prelevare dalle proprietà del barone suddetto il legname necessario alla costruzione, cercò quindi presso la famiglia Colonna, duchi di Cesarò, il mezzo per trasporterlo. Il Duca volle fare però una beffa al Santo e gli permise di pigliare quanti buoi volesse dall'armento che si trovava al brado nelle sue campagne di Randazzo , sapendo che erano selvaggi e non adatti al lavoro.

Il Santo andò sul luogo, rese mansueti con un segno di croce i buoi in numero sufficiente al suo bisogno e circondato dalla mandria, si presentò al Duca Colonna che, sbalordito e umiliato, regalò al Santo gli animali. Egli allora li invia prima a Milazzo senza custodia, quindi, espletato il lavoro quivi necessario, messa una lettera di accompagnamento sul corno del bue più robusto per il superiore del convento di Paterno in Calabria, comanda loro di raggiungere la destinazione a nuoto attraverso il mare di Messina. ".[1]

Il fatto strepitoso viene raccontato dalla tradizione e dalla testimonianza di tutti gli scrittori municipali. E per quanto possa sembrare strabiliante, non dovrebbe meravigliarci quando teniamo presenti tutti gli avvenimenti meravigliosi di cui è piena la vita del Santo.

Egli trovandosi a Randazzo, ( anno 1466 ) profetizzò la scomparsa del Fiume Piccolo che passava per il quartiere di Tutti Santi e la erezione, sul greto del fiume, di un Convento dei Minimi.  Il fiume fu distrutto infatti nella eruzione del 1536 e qualche decennio dopo sorse il nuovo Convento dei Minimi presso la Chiesa della SS. Trinità, nell'anno 1575, secondo Don Virzì, mentre a detta del Canonico Don Giuseppe Plumari nell'anno 1600.[2] 

In questa Chiesa, fin dal 1477, aveva sede una Confraternita del medesimo nome; visto lo stato fatiscente e di decadenza dell'immobile, l'Arcivescovo di Messina, pensò bene di cederla ai Frati Paolotti, riservandosi però il diritto di visitare la Cappella e l'Altare della SS. Trinità. La Chiesa fu dedicata a San Francesco di Paola, ingrandita e migliorata con i criteri del tempo, tra il 1612 ed il 1690, come ci rivelano le date sull'architrave della porta centrale e del tetto.[3

 

A. 1690 

D.ni Joseph Sita

 

L'Università di Randazzo nel 1622, inoltre, curò l'apertura nella cinta muraria della porta di San Francesco di Paola, perchè fosse agevole ai Frati e alla popolazione scolastica frequentare il Convento e la Chiesa. 

La porta era adorna della seguente epigrafe: 

D.O.M.

PHILIPPO AUSTRIAE III° REGE

PHILIBERTO EMANUELE SICILIAE VICEREGNANTE

ANNO 1622

 

Vari furono i religiosi di grandi meriti che onorarono questo Convento, sia con la dottrina

che  con la santità di vita; di essi ricordiamo P. Simone Cottanigra, morto in odore di santità, P. Placito Lanza, Provinciale di Messina, P. Bonaventura Fisauli, Vicario Generale dell'Ordine, P. Domenico Chiofalo, provinciale di Messina, e P. Clemente Alessandro, lettore e definitore provinciale.

La soppressione del 1866 coinvolse anche questo Convento; ceduto dal demanio al Comune di Randazzo, fu da questo assegnato come sede dell’Ospedale cittadino nell'anno 1868. In seguito ai bombardamenti del 1943 la sede dell'Ospedale subì danni gravissimi e fu del tutto rovinata anche la Chiesa. Del vecchio edificio, purtroppo, non esistono ne documenti fotografici ne disegni che possano testimoniare lo stile e l'architettura, ma solamente la riproduzione di una vecchia cartolina ove si intravede a malapena la sola facciata della Chiesa.

Grazie ai manoscritti del Plumari conosciamo però l'epigrafe che trovavasi incisa sulla tomba della nobile famiglia Romeo, allocata nel cappellone di detta Chiesa.

 

D.O.M.

HOC CUMULANTUR SUB SAXO CINERES

  1. THOMAE D. PAULE ET  D. ELEONORAE  ROMEO ET COLONNA

OB LUCTUOSAM  JACTURAM  ISTAE  INFANTES  PERIERE

ILLE VERO IN IPSO AETATIS NEVE VITAM CUM MORTE

COMMUTAVIT

QUIBUS ILLUSTRIS D. JOANNA MATER NON SINE LACRYMIS

HOC EREXIT SEPULCRUM

ET PERFICI  JUSSIT QUONDAM  D. MICHAEL

PATER

AST  D. THOMAS NON OBIIT SED ABIIT  IN COELUM

SUB DIE  XVII  MAJI  MDCXCII  AETATIS SUAE

ANNO  PRIMO  SUPRA  VIGESIMU

 

Randazzo - Febbraio 2003

                                                                                                                                                                                       

[1]  S.C. Virzì - Randazzo e le sue opere d'arte- R.N. n. 27, pag. 54.

[2]  G.Plumari ed Emmanuele - Appendici alla Storia di Randazzo - Man.  pag. 658-662,  presso Biblioteca Comunale di Palermo.

[3]  S. Rizzeri  “ Le Cento Chiese di Randazzo “ Ediz. Artemide 2008,  n. 115,  pagg. 156 – 159.