l Convento dei Frati Minori Osservanti

Il Convento dei Frati Minori Osservanti

SALVATORE RIZZERI 

IL CONVENTO DEI FRATI MINORI OSSERVANTI 

( S. Maria di Gesu’ ) 

 

Il Convento di Santa Maria di Gesù

Su invito della comunità Randazzese venne in città a predicare la Quaresima del 1419 il Beato Matteo Gallo da Girgenti. Egli era stato compagno di San Bernardino da Siena, ed essendo giunto nell’isola, precisamente a Messina nell’anno 1418, dopo la peregrinazione in Terra Santa, vi aveva fondato il primo Convento di questo Ordine nei pressi del torrente San Michele, distante due miglia dalla città dello stretto, usufruendo della concessione di una Chiesa e dei locali appartenenti ad un Monastero di Sacre Vergini dell’Ordine dei Cistercensi, da queste donato nell’anno 1418 al Beato Matteo da Girgenti per la sua comunità. Fu pertanto questo il primo Convento dei Minori Osservanti in Sicilia intitolato a S. Maria di Gesù. Terminata la predicazione della Quaresima, anzicchè ritornarsene nella sua Messina, si fermò nella nostra città per più di un anno fino a quasi tutto il 1420. Qui continuò a predicare la Divina Parola nella qualità di Missionario Apostolico, ed in tali occasioni infervorò il popolo di Randazzo incitandolo alla fondazione di un Convento dei Minori Osservanti sotto lo stesso titolo di S. Maria di Gesù. Lo storico cittadino Dott. Pietro Ficarra a proposito della edificazione di questo Convento afferma, nel suo manoscritto, che nella raccolta di fondi necessari a tale costruzione si distinse particolarmente l’illustre Frate Errigo Signorino Cavaliere Gerosolimitano degli antichi Baroni del Cattaino. I Giurati di Randazzo donarono inoltre, con atto in Notar Guglielmo Milia del 3 Gennaio 1420, il locale ove edificare il Convento, ed altre costruzioni appartenenti all’Università di Randazzo. Si tratta per la precisione dell’antico Teatro Greco di Triocla distrutto dai Saraceni e da loro riconvertito in quartiere per i soldati. In epoca successiva tale immobile passò al demanio del Comune di Randazzo che lo utilizzò come deposito. Questa donazione venne confermata dal serenissimo Re AlfonsoCon diploma, che leggesi copiato alla margine dell’istrumento di essa donazione stipolata in Randazzo per le tavole di detto Nataio “. I cittadini con grande entusiasmo sovvenzionarono la costruzione del nuovo Convento, che fu successivamente reso illustre dalle opere sante di tre fratelli appartenenti all’Ordine dei Minori Osservanti, morti in odore di Santità:

  • Beato Padre Guglielmo dell’illustre casato dei Ventimiglia che ricoprì anche la carica di Padre Provinciale dei Minori Osservanti di Sicilia. Di lui parlano anche due grossi storici siciliani: il Padre Aprile ed il Cassinese Abate D. Vito Amico.

  • Padre Ludovico da Randazzo della nobile famiglia Caltagirone, di cui parlano con somma lode le cronache Francescane.

  • Beato Fra’ Paolo da Randazzo della estinta famiglia Giannitto, era questo un laico e nella Chiesa del Convento, prima che la guerra la riducesse in macerie, si venerava il ritratto nel quale scorgevasi dipinta la Sacra Immagine della Madonna dalla quale, si racconta, veniva egli spesse volte visitato durante la sua vita.

I corpi di questi tre Beati cittadini di Randazzo si trovavano tumulati nella Chiesa di questo Convento così come afferma Monsignor Gonzaga, Generale dell’Ordine Francescano, nel suo libro dal titolo “ De origine seraphiche Religionis “ edito in Roma nell’anno 1587.

A seguito delle Leggi eversive del 1866 – 1870 contro le Corporazioni religiose, Monastero, Chiesa e tutti i beni della comunità vennero incamerati dal pubblico demanio che cedette il tutto per poche centinaia di lire alla famiglia Priolo, la quale trasformò il Convento in deposito ed in cantina vinicola. I bombardamenti del Luglio-Agosto 1943 completarono poi l’opera di distruzione, il complesso monastico venne centrato da numerose bombe d’aereo che lo ridussero in macerie. Particolarmente ricca di opere d’arte era la Chiesa che conteneva, fra l’altro, numerose tombe di personaggi illustri della città.

A cavallo tra gli anni 80 e 90 ciò che rimane dell’antico monastero venne adibito da un privato a deposito e vendita di materiale per l’edilizia.

E’ tuttora visibile, anche se malamente ridotto, l’affresco dell’ultima cena nell’ambiente un tempo utilizzato dai Frati quale refettorio[1].

                                                                                                            

 

 

[1] Salvatore RizzeriLe Cento Chiese di Randazzo, I Conventi e i Monasteri.  Pag. 247 e seg. Catania 2008.