Monastero Basiliano del SS. Salvatore della Placa

Monastero Basiliano del SS. Salvatore della Placa

MONASTERO BASILIANO DEL SS. SALVATORE DELLA PLACA

( Collegio Salesiano S. Basilio

di 

SALVATORE RIZZERI

Il glorioso San Basilio

L'immane catastrofe seguita al terremoto del 1693 che sconvolse paesi e città della Sicilia Orientale, determinò fra l'altro la completa distruzione dell'antico Monastero Basiliano fondato da San Cremete, che sorgeva sul roccione della " Batiazza " nei pressi di Francavilla di Sicilia.

Dopo un peregrinare di quasi trent'anni dalla catastrofe tra le comunità di Francavilla prima, e di Castiglione poi, su consiglio delle monache Benedettine di Randazzo di cui era confessore straordinario l'allora Abate Padre Gregorio Sanfilippo, decise di trasferire la sua comunità in tale città, dove acquistato il terreno in località " Rocca " su una collina a mezzogiorno dell'abitato entro le mura di cinta, iniziò la costruzione del Monastero e della relativa Chiesa.[1] La costruzione del complesso monastico ebbe inizio nell'anno 1760 su progetto del grande architetto catanese G. B. Vaccarini, che era fra l'altro Abate commendatario del Monastero.[2] La lapide collocata sulla porta centrale della Chiesa ci ricorda tale avvenimento e l'anno di inizio dei lavori che si protrassero per oltre un sessantennio.[3]

A causa della mancanza di fondi la Chiesa rimase incompleta, e lo è tutt'ora il campanile, di cui si possono ancora vedere i grossi mascheroni e le pesanti modanature in pietra lavica collocati alla rinfusa in Via Collegio, alla base della torre campanaria. ( Recentemente il Comune di Randazzo ha provveduto a sistemare in modo più decoroso  tali reperti ).

La sua erezione presentò particolari difficoltà, tanto che il progetto, già in parte realizzato, risultò piccolo ed insufficiente, per cui si diroccarono le opere già fatte e si realizzò un'altra costruzione su disegno del grande architetto palermitano G. Venanzio Marvuglia, in quegli anni a Randazzo per progettare la cupola della Basilica di Santa Maria ( 1788 ). Altri architetti di chiara e oscura fama che concorsero alla sua sofferta costruzione furono il palermitano Nicolò Palma ( 1777 ), un Emmanuele Incardona, il Domenicano Messinese Vetrani, un certo Nicolò Aiuto, un Pietro Campo,[4] finchè l'impresario della cupola di Santa Maria, il palermitano mastro Domenico Lena, alle dipendenze dell'assistente ai lavori Don Basilio Gullo, diretti dall'Architetto Campo, in un momento di stasi dei lavori della cupola, approntato il disegno, portarono a termine i lavori di costruzione agli inizi del 1793.[5] La Chiesa, la cui facciata è tutta in pietra lavica, denota già le prime linee neoclassiche caratteristiche del settecento. Nel disegno ha infatti un riscontro quasi identico con la Chiesa di S. Francesco di Sales a Palermo, perfino nelle ornamentazioni a stucchi su sfondo celeste, di palese derivazione della maniera degli stucchi di S. Martino delle Scale, del Palazzo Riso a Geraci, dell'Orto Botanico di Palermo. Venne dedicata al SS. Salvatore della Placa, dal nome del luogo di origine del vecchio Convento Basiliano.

Come ci informa Don Virzì e una nota della " Giuliana " della  Chiesa di San Pietro, grande fu la festa in occasione della sua inaugurazione, con grande intervento di autorità civili e religiose. La lapide commemorativa della costruzione posta sulla porta centrale della parte interna, porta incisa la seguente epigrafe:

D.O.M.

TEMPLUM

ADIECTUMQUE BASILIENSE COENOBIUM

DEO O.M. SALVATORI SACRUM

ET IN PLAGAE RUPE

A ROGERIO COMITE RESTITUTUM

ET BONIS AUCTUM

FERDINANDUS VI UTRIUSQUE SICILIAE REX

VETUSTATE COLLAPSUM HUC TRANSFRETAVIT

EXCITAVITQUE

ANNO M.DCC.LX. 

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Anche questo Convento e la Chiesa vennero soppressi a seguito delle Leggi sulle Corporazioni Religiose del 1866. Divenuto proprietà del Comune di Randazzo, su interessamento dell'Arciprete Don Francesco Fisauli, del Sindaco della città B.ne Giuseppe Fisauli, del Consigliere Provinciale Giuseppe Vagliasindi; assecondati dal primo Vescovo della nuova Diocesi di Acireale, Mons. Gerlando Genuardi e consigliati dal Prefetto di Catania Conte Ottavio Lovel De Maria e dal Comm. Achille Basile, Chiesa e Convento nell'anno 1879 vennero affidati dal Comune ai Padri Salesiani, per fondarvi il tanto desiderato collegio di studi della città, il primo gestito dai Salesiani in Sicilia, che ancora a oltre 130 anni dalla sua fondazione continua nella sua opera di educazione e di insegnamento ai giovani.   Chi scrive si pregia ed è fiero di essere stato dal 1968 al 1973 allievo di tale Istituto e dei Padri Salesiani che lo gestivano: maestri di vita oltre che di scuola. Ricordo con gioia e commozione i nomi di tali illustri Professori:  Don Camillo Mascimino, Don Carmelo Cutrufello, Sac. Enrico Russo, Sac. Sebastiano Mondio, Don Salvatore Naselli, Sac. Alessandro Valenzise, Sac. Giuseppe Cammarata, Don Salvatore Calogero Virzì, Sac. Pasquale Ippolito, Sac. Salvatore Sarto, Don Salvatore Politi, Sac. Gaetano Livello, Sac. Prof. Don Santi Di Guardi.

Numerose ed interessanti le opere d’arte presenti nella Chiesa del Monastero, per lo studio dei quali si rimanda all’opera inedita “ Le Cento Chiese di Randazzo “, che ne contiene un elenco dettagliato e completo.[6]

 

                                                                                                                                                                

[1]  Il Collegio Salesiano S. Basilio di Randazzo nel suo centenario ( 1879 - 1979 ), Tip. Scuola Salesiana del libro di Catania, 30 Ottobre 1979, pagg. 29 - 30.

[2]  S.C. Virzì - La Chiesa di S. Maria di Randazzo - Pag. 29.

[3]  Fichera - Vaccarini e l'architettura del 700 a Catania - Roma 1934 pp. 62 - 69. Registro della costruzione del Convento, ms. presso archivio del collegio, foglio 76.   

[4]  Registro:  citato, pp. 78 - 86 ecc.

[5]  Registro: citato, pag. 124.

[6] S. Rizzeri “ Le Cento Chiese di Randazzo “ Ediz. Artemide 2008, n. 110, pagg. 137 - 141.